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Il bambino vive in una società molto complessa e in transizione, caratterizzata da una molteplicità di stili di vita, di forme di pensiero, di logiche e di orientamenti di valore, che sotto la spinta dell’innovazione scientifica e tecnologica è soggetta a continue ristrutturazioni, in una società dell’informazione che comporta e richiede una pluralità di alfabeti, multiculturale e multietnica, ancora fortemente stratificata ove persistono vistosi dislivelli economici, sociali e culturali. E’ sullo sfondo di questo articolato scenario che viene letta e interpretata la condizione dell’infanzia contemporanea e che viene formulata la proposta di una scuola intesa come snodo fondamentale per lo sviluppo multidimensionale della personalità del bambino da rendere autonomo sul piano affettivo, sociale e cognitivo nella prospettiva della formazione di soggetti liberi, responsabili e attivamente partecipi alla vita della comunità. 
La nostra Scuola Materna di ispirazione cristiana aiuta il bambino ad orientarsi in tale società ispirandosi al modello di persona rivelato da Gesù Cristo nel suo Vangelo e con la sua vita. In tal senso la nostra Scuola che accoglie e cura i bambini è intenzionalmente finalizzata alla loro crescita globale, retta e armoniosa, sotto il profilo corporeo, intellettuale, psico–affettivo, sociale, spirituale e religioso. Non c’è dubbio, la società è complessa e articolata ma i diritti del bambino sono ben definiti, infatti, bisogna sottolineare l’opera del primo documento internazionale: la Dichiarazione di Ginevra del ’48 che definisce i diritti dell’infanzia e quello più recente: la Convenzione dell’ONU del ’89 in cui si evidenzia la necessità che il bambino viva in una famiglia dove deve ricevere assistenza, protezione e poter sviluppare la sua personalità. Si tratta in breve di un complesso di norme che, partendo dall’assunzione del bambino come soggetto di bisogni, cui si era soliti dare risposta attraverso la limitazione o l’ampliamento dei diritti dell’adulto, è arrivato al riconoscimento del minore quale titolare di diritti.
 
In tale quadro si inserisce il diritto dell’infanzia ad essere riconosciuta come dotata
 di una propria specificità umana e sociale, la sua diversità, in quanto espressione di tale specificità, è da intendersi positivamente come un valore da salvaguardare e da potenziare. Tutto ciò comporta che il riconoscimento di bisogni ed esigenze di ordine materiale e non materiale non è più soggetto al variabile giudizio degli adulti ma, in quanto rientrante nella sfera dei diritti, diventa un dovere da parte di coloro che esercitano, a diverso titolo, funzioni educative. La scuola che accoglie questo “nuovo” bambino deve allora essere una vera e propria agenzia formativa capace di definire, realizzare e verificare un percorso formativo che sia coerente, con una sua chiarezza educativa ed ispirato al Vangelo. Deve altresì essere una scuola aperta alle istanze dell’ambiente circostante: famiglia, comunità cristiana, comunità religiosa, capace al tempo stesso di farsi punto di riferimento e di stimolo educativo per il territorio, in continuità con gli altri ordini scolastici. Sarà allora una scuola organizzata come ambiente specializzato con una sua autonomia, fornita di un progetto formativo esplicito, caratterizzata da una precisa organizzazione degli spazi e dei tempi, dell’attività e dei contenuti della conoscenza, degli strumenti, delle metodologie e delle strategie.
In tal senso l’attenzione si volge allora al rispetto degli stili cognitivi dei singoli soggetti, ai tempi di apprendimento, alla valorizzazione dei diversi talenti nell’assunzione cioè della “diversità” come valore e non come “mancanza”.
 
All’interno di questa Scuola
 il bambino che appartiene ad altre culture potrà essere, ad esempio in attività di laboratorio di drammatizzazione, il protagonista nel far conoscere gli usi e i costumi del proprio Paese di provenienza per una crescita, insieme ai compagni, verso un’apertura al mondo.  
In questo quadro la Scuola dell’Infanzia ha lo scopo di far raggiungere ai bambini che la frequentano traguardi formativi attesi e apprezzabili relativi:

Occorre a tal punto sottolineare che la scuola deve privilegiare, rispetto ad altre agenzie educative un approccio intenzionale e programmatico alle finalità che persegue e, nel nostro caso, ai campi di esperienza che danno concretezza alle finalità stesse. 
Si pone perciò l’accento su come deve essere predisposto l’ambiente se vuole soddisfare gli scopi per cui è allestito. Esso in particolare deve predisporsi come un ambiente accogliente e motivante.
 
Accogliente perché il bambino è estremamente attento ai particolari estetici (ai colori, ai mobili, all’immagine, alla luce…..) così come lo è il clima relazionale e sociale che regna in una scuola.
 Perciò la cura estetica unita al calore umano e alla ricchezza delle relazioni, costituiscono un primo requisito fondamentale. Ecco che la scuola accogliente dà al bambino l’impressione di essere atteso, che quell’ambiente è stato predisposto appositamente per lui e tutto ciò gli fornisce quella sicurezza psicologica che è condizione indispensabile per una crescita proficua. 
Motivante quando l’accento si sposta sulle attività che vengono svolte, sulla varietà e ricchezza delle proposte che vengono avanzate e messe a disposizione del bambino, sul clima di curiosità, apertura al nuovo, voglia di scoprire, disponibilità ad esprimersi, soddisfazione di essere ascoltati, piacere di operare insieme.
 
Nei Nuovi Orientamenti si parla di campi di esperienza cioè “i diversi ambiti del fare e dell’agire del bambino”.La proposta prende avvio dal bambino stesso:

La nostra Scuola non svolge la propria opera educativa in maniera isolata, ma si avvale dell’apporto di tutto l’ecosistema formativo, infatti è in continua collaborazione con:

 

Ai genitori viene offerta annualmente l’opportunità di partecipare a incontri di formazione su tematiche riguardanti l’età evolutiva del bambino tenuti da relatori qualificati.

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